mercoledì 24 ottobre 2012

Elsa Fornero sui giovani hipster: due opinioni


Elsa Fornero, il ministro di ferro col cuore di panna è quella che passerà alla storia per la riforma delle "lacrime e sangue". Uno di quei personaggi insomma che in un Paese normale come il nostro siamo capaci di snobbare per tanti, troppi anni, la Fornero di recente ha detto che i giovani italiani sono troppo schizzinosi.

Sentiamo il parere di due esperti sulle problematiche e le realtà giovanili, il Maestro De' Ragno e il castigatore di costumi Alberto Scotti.

"Qualcuno difende la Fornero dicendo che ha ragione, bisogna essere realistici. Senza riflettere sul fatto che di realismo stiamo morendo, viviamo in un eterno presente e ci muoviamo secondo utilità. Siamo braccati dal pragmatismo. Abbiamo deciso di mettere in soffitta sogni e utopie, da una trentina d'anni. Non si sogna più, non si guarda l'orizzonte, non si cerca di immaginare il paradiso, ci si rassegna a vivere in questo squallido "infernetto". La Fornero lo sa, eppure cinicamente, brutalmente, con l'arroganza tipica dei padroni, lo ricorda ai giovani. Sa perfettamente che non hanno sogni e speranze, ne' tanto meno inseguono quella cosa meravigliosa che si chiama Utopia, che altro non è che l'asticella alla quale puntare. Lei lo sa, eppure il richiama comunque al pragmatismo. "Mario, Monti mio, io lo dico, non si sa mai, metti che qualcuno è rimasto vivo. Dobbiamo essere sicuri che siano tutti morti".

"Ancora sulla Fornero. Qualcuno dice che c'è della saggezza nelle sue parole ma le parole cambiano significato a seconda di chi le pronuncia e a seconda del contesto in cui le si pronuncia. La stronza ha detto un'ovvietà e la trappola sta proprio qui: la cosa è così ovvia e di buon senso, da nonna buona, che non si può non essere d'accordo. All'opinione pubblica viene subito da pensare: certo, ovvio, qualche sacrificio bisogna farlo. Su questo non ci piove. Queste cose ce le dicevano le nonne e va benissimo. Avevano un senso quando esisteva un orizzonte in cui sperare, a ragione, sperare di trovare un lavoro decente e protetto. Ma in un orizzonte come questo, queste parole suonano come una presa per il culo, anzi di più, suonano come un invito a rassegnarsi allo sfruttamento. E il fatto che lei abbia scelto un motto di saggezza nazional popolare, serve solo a inoculare sottopelle il messaggio. In maniera tale che alla prossima contro-riforma contro le conquiste dei nostri padri, ci sia un bel paracadute di: "oh, si, è una cosa saggia, è inevitabile, il mondo va così". (A. Scotti)

"Il ministro Fornero ha parlato di giovani. Chiunque sopra i 26 anni ritenga che la cosa lo riguardi penso che si stia sbagliando. Se avete 30 anni e non avete un reddito quello è un altro problema, ma non c'entra con la frase del ministro. il Ministro consigliava a vent'anni di iniziare a lavorare. L'italia ha bisogno di lavoratori- io non vedo barche piene di italiani che salpano per le coste della libia ma al contrario vedo stranieri che fanno lavori che gli italiani non fanno. E questo è un fatto. c'è la fuga di cervelli questo è un altro fatto. ma c'è in giro tanti pelandroni che non fanno un cazzo, non migrano, stanno su internet e vogliono fare gli happy hour..."


"Chiarisco il mio punto di vista: per me la gioventù finisce a 25-26 anni. poi inizia la fase adulta. basta vedere un pò di film per capirlo- quelli che cazzeggiano con le macchine vanno nei bar ecc. hanno 20-26 anni/ quelli che si sposano e fanno figli 28/33 anni.
a 35-40 sei uno che lavora, sei il detective alla bruce willis per intenderci o il cattivo, capo della banda che tenta la rapina. a 45/50 hai la station wagon e tagli l'erba del giardino, in italia invece ti fai i tatuaggi e vai nelle discoteche. Ma è un problema italiano, non globale." (M. De' Ragno)

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